martedì 1 settembre 2009

Lo stato libero di Puttanas

Trama. Siamo alla fine degli anni '70 quando il sergente libico Muammar diventa leader politico del suo paese. Dopo 40 anni, lui è ancora lì, tra sostenitori e polemici. Lui è ancora lì, e il paese lo ricorda con una festa pomposa alla quale viene invitato anche un paese vicino: l'Italia. L'Italia non è un paese che ha conosciuto 40 anni di politica uninominale - non di seguito almeno - ma di vedere sempre la stessa gente fra i banchi del parlamento ne sa qualcosa. Così, durante un momento caldo di discussioni accese in cui si parla di reati di immigrazione, gente che muore in mare sfuggendo dall'aridità, i due paesi, al centro del discorso, festeggiano insieme la duratura carica del capo di stato libico.
Tra cocktail con la bandierina (rigorosamente verde) e donne coperte di teli per non mostrare alcuna zona di carne, il massimo rappresentante italiano viene colpito da una profonda nostalgia della sua terra. Anche quando passano nei cieli nordafricani gli aerei tricolori - che in passato bombardavano quelle terre ed ora le avvolgevano di spray colorato - il premier pensa "io almeno quegli aerei li avrei riempiti di puttane". E lì l'intuizione. La miccia per una nuova Rivoluzione.
"Caro Mu, se vuoi regnare ancora per un po', qui c'è bisogno di una rivoluzione moderna"
"Rivoluzione moderna? Cosa intendi?"
"Intendo che hai bisogno di figa!"
"Di figa? Ma quella cosa..? No, no, è peccato!"
"Stai tranquillo, ci parlo io al tuo Signore. Ho degli amici molto in alto, anzi, in Altissimo! E se non bastasse gli sguinzaglo qualche mio mastino cattolico. Con quelli non si scherza. Quindi, io ti porto la figa, che in Italia siamo pieni, e non ho abbastanza televisioni per farle lavorare tutte. In politica, pensa, non si trovano bene perché agli altri vecchiacci non gli tira più. Allora? Cosa ne pensi?"
"Ma io da offrirti ho solo gente disperata, donne povere e disposte a tutto, bambini malnutriti, uomini stanchi e deboli. Come posso ricambiare il favore?"
"Ma non ti preoccupare! Va benissimo! Così do da mangiare a quelli della Lega che se no mi deperiscono. Non sai quanto mangiano quelli là. L'importante per me è essere famoso! Io voglio essere ricordato sui libri di storia, come te. Ogni tanto una festa, una passatina, una villa a Tripoli sul mare e intanto il mondo mi ricorderà per aver rivoluzionato i costumi della Libia. D'accordo?"
"Sì, mi sembra un buona idea. Evviva l'Italia!"
"Evviva la Libia!"
Sì. Evviva.


fonte immagine: http://www.artefatti.it/dblog/

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