martedì 30 giugno 2009

Una breve stagionatura

Pensieri del regista/5

"Un governo tecnico di transizione durerebbe come lo yogurt" ha detto il ministro dell'economia. "Meglio un governo come il formaggio: messo lì a stagionare, più diventa ammuffito più è buono. Certo, per chi può permetterselo".

domenica 28 giugno 2009

Una signora chiamata presidente

http://www.tgcom.mediaset.it/cronaca/articoli/articolo453573.shtml

Trama.
Ennesima sconfitta a suon di referendum per Gesù Cristo Nostro Signore che, dopo aver perso lo scontro con lo sfidante Barabba, alla nuova richiesta "Volete Gesù o la Madonna?" si è visto rispondere dall'abbondante quorum "La Madonna".
Quest'ultima, osannata dal popolo, è salita sul Getsemani per ringraziare i suoi sostenitori e ha promesso che si sarebbe impegnata di più rispetto al suo predecessore. "Solo non chiedetemi di fare miracoli" è stata la battuta finale con la quale la vincitrice ha concluso il discorso.
Merito di questa vittoria sono state sicuramente le sue comparse davanti a pubblici gremiti; il punto di forza del suo programma rimane la gravidanza indipendente.
Alla cerimonia presente anche l'ex-sindaco il quale ha detto "Io me ne lavo le mani"
Amen.

"Seguire questo film è stato un Calvario" (Andrea Famà, critico cinematografico)

venerdì 26 giugno 2009

Diritto d'amplesso

Pensieri del regista/4

E' stato proposto in Italia il diritto di stuprare selvaggiamente la figura della donna e tale discussione ha riscosso largo consenso fra gli italiani. Pare infatti che l'uomo avrà presto diritto a chiedere "rapporti sessuali plurimi" anche quando la donna non ne ha assolutamente voglia. Il decreto, approvato dalla maggioranza all'unanimità, è stato dichiarato necessario per un paese di celudiristi.

mercoledì 24 giugno 2009

Una scomoda verità

http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/06/23/feste-arrivano-altri-nastri-bufera-sui-silenzi.html

Trama.
Processo ad Augusto Minzolini, direttore di un noto telegiornale nazionale, denunciato per aver omesso verità scomode sul premier in carica.
"Lei, signor Minzolini è condannato dalla censura per aver omesso importanti verità di pubblico interesse circa il nostro presidente del consiglio. Il suo servizio è pubblico e dovrebbe essere quello di informare il pubblico sugli sviluppi delle vicende. Lei dovrebbe dire che è Egli è un porco, matusalemme, puttaniere, cocainomane, depravato, immorale, plurigiudicato, costruttore abusivo, corruttore, arrivista, arrogante, spesso fuori posto, allontanante, pregiudicato, asfissiante, monopolista, imprenditore spregiudicato, cantante, basso, grasso e calvo, nonché nemino della libertà. Lei invece, in sostanza, omette tutti questi particolari. Cosa ha da dire in sua discolpa?"
"Mah, signor giudice. Sulla mia rete vige la fascia protetta... Se dovessi dire tutta la verità, nient'altro che la verità, il tiggì dovrebbe andare in versione ridotta e dopo le 22.30. Si ricorda cosa è prevista dalla carta di trento per la tutela dei minori? Eh? Come la mettiamo per i minori? Già sorbiscono tette e culi a volontà, le ragazze mi diventano bulimiche e mi sognano di fare le europarlamentari, almeno i ragazzini, li vogliamo tutelare sì o no? E sennò sembra che il mondo politico sia feste e droga e sesso. E io non ci sto. La mia è una scelta ponderata, signor giudice."

Dopo un attimo di pausa, senza bisogno di una pausa per la seduta congiunta, il giudice si esprime.
"Lei, Minzolini, ha perfettamente ragione. La tutela dei minori prima di tutto. Non si potrebbe dare in onda un tiggì che riporti la verità assoluta. Perché in Italia la verità fa schifo. Chissà che la sua strategia non abbia dei risvolti positivi in futuro... Perciò io non la dichiaro colpevole, anzi, la consiglierò come prossimo alla carica di senatore. Così si è deciso, l'udienza è tolta".

Un altro caso risolto per la nostra amata politica italiana. Viva Minzolini. Viva i tiggì d'informazione. (Il Messaggero)

martedì 23 giugno 2009

AI - Intelligenza artificiale

Pensieri del regista/3

Ma a chi ci si rivolge quando si parla di "intelligenza artificiale"? Alle macchine o all'uomo?
I droni sono aerei senza pilota parcheggiati in Italia, pronti a prendere il volo per qualsiasi evenienza mediterranea.
Finalmente. Ci voleva. Un po' di sicurezza dall'alto.
Così potremo dire basta alle responsabilità umane. Basta con lo spreco di denaro per processi senza capo né coda a costruttori, piloti, capitani eccetera eccetera.
Quando il drono sbaglierà si potrà rispondere alle accuse: "E' una macchina, che volete farci? Deve ancora crescere..."

giovedì 18 giugno 2009

Il fantasma della libertà

Pensieri del regista/2

Sembra tornare in Italia l'aria libertina picconata nel '58 da Lina Merlin. Sono stati riaperti infatti i postriboli allora tanto discussi, le cosidette 'case chiuse'. La prima riapertura è stata annunciata a Palazzo Grazioli.

Concorrenza sleale

Pensieri del regista/1.

In seguito alla decisione di Silvio B. di accettare la detenzione su suolo nazionale dei tre guantanamensi, la Lega si è lamentata e Frattini si è augurato: "Sì, ma in gabbia".
D'altronde sono comportamenti comprensibili. Loro sanno come vengono trattati i prigionieri pericolosi in Italia: l'unica concorrenza che non si riesce a controllare è quella politica.

Il buio oltre la siepe

Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
de l'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quiete
io nel pensier mi fingo; ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Così tra questa
immensità s'annega il pensier mio:
e il naufragar m'è dolce in questo mare.

Trama.
Un poeta scrive un'ode dedicata alla propria angoscia davanti all'odiernità, alla propria tendenza immaginifica di fronte all'infinito. Lo scrittore in questione immagina di essere seduto in faccia ad una siepe aldilà della quale non sa spiegarsi cosa ci sia. Essa nasconde un qualcosa d'indefinibile, verso il quale però sente di essere attratto. Aldiqua lo scrittore sa che cosa c'è. C'è la vita, con le sue gioie ed illusioni, le sconfitte e le speranze, il proprio destino composto da una moltitudine di sfaccettature. Ma aldilà della siepe cosa c'è? Forse una sovrastruttura capace di incastrare i molteplici destini, una forza sovraumana che aldisopra di tutto manovra le vite degli esseri umani, lo spirito della convivenza fra uomini, i discorsi e i fatti, una mente suprema e ancenstrale, un sensibilità innata dell'uomo a unirsi e collaborare... "Non è forse questa" si interroga il poeta "la politica?". Sì: aldilà della siepe v'è la politica. Realizzato ciò il poeta, italiano, viene colto da un eterno sconforto.

lunedì 15 giugno 2009

Apocalypse Now

http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/06/15/sequestri-combustibile-radioattivo-oggi-le-analisi-sul.html

Trama.
In un terra di mare e montagna viene raccontato in questo film il fallimento di un occulto piano preparato da una classe politica apparentemente idiota ma invece scaltra come gli animali del bosco.
Benché sia giugno, in montagna continua a far freddo e un montanaro vuota un sacco di pellets nella propria stufa. Dapprima tutto appare normale, ma dopo qualche minuto il signore vede il fuoco della stufa farsi sempre più verde e ad accusare un forte raffreddore. Chiamati i vigili del fuoco, si scopre che i pellets sono radioattivi. Un ispettore viene incaricato di indagare sul caso: subito si reca sul luogo di produzione per scoprire che l'azienda produttrice si trova nelle vicinanze di una centrale nucleare. All'ispettore la storia non quadra: perché nelle vicinanze di una centrale nucleare, i prodotti risultano radioattivi? C'è qualcosa che non va. Le indagini hanno inizio.
I giorni passano tra documenti occulti e sopralluoghi e l'ispettore si trova sempre più vicino alla verità. Quando, dopo essersi introdotto in una Villa si ritrova in mezzo ad una festa privata. Qui arriva a conoscere la mente che tutto ha organizzato, il premier Kurtz.
Stupendo il dialogo sul finale:
"Cosa aveva intenzione di fare, signor presidente?"
"Voi non volevate le centrali nucleari? In questo modo, dopo che vi sarete abituati per vie indirette, sarete voi a chiedermelo, razza di comunisti".
"Ma così sarà l'apocalisse! Non capisce che lo sta distruggendo questo paese?"
"Lei è un assassino?"
"Come? No, sono un giornalista"
"Nè uno nè l'altro. Lei è un garzone di bottega che è stato mandato dal droghiere a incassare i debiti sospesi".
"Come scusi? Lei deve rispondere di un reato, ha capito?"
"... è il voler giudicare che ci sconfigge"
L'ispettore, incredulo e impaurito, cerca di scappare dal pazzo ma viene catturato e rinchiuso nelle segrete con l'accusa di intercettazione indebita.


sabato 13 giugno 2009

Il Signore degli Anelli

"Non avrei nulla in contrario se l'amico Silvio si presentasse per diventare il presidente del governo libico. Il popolo ne trarrebbe vantaggio". Gheddafi, alla sua visita in Italia.

Trama. Un signore di un stato libero africano si reca in visita ad uno stato altrettanto libero poco più in là, dopo essersi accorto che tanti suoi compaesani avevano scelto questo luogo poco lontano come posto di villeggiatura. Una volta arrivato, una calorosa accoglienza lo applaude felicemente. Gli permettono di mantenere la sua cultura, facendogli installare una modica tenda da beduino in un accampamento di fortuna, situato in un parco della città, Villa Borghese. "Come sono curati qui i parchi" pensa il signore fra sè e sè. In cambio di così tanta ospitalità, il signore stipula un contratto con il suo omonimo dello stato vicino, in cui chiede la restituzione dei propri compaesani. "Ma qui possono rimanere in vacanza quanto vogliono" è la risposta del premier ospitante. "sì, ma io preferisco che lavorino a casa loro. Sa, per non dare fastidio. Voi siete così ospitali e gentili." risponde il signore. "Ma suvvia, venga in parlamento che ne parliamo con gli amici, davanti ad un caffè e una brioche. Non si preoccupi per i suoi lavoratori-cittadini. Incaricherò un mio carissimo amico dell'Interno. Lui sì che ci sa fare con gli ospiti". "No, ma non vorrei disturbare il vostro lavoro" "Ma si figuri. Lui non sta facendo nulla. Il Parlamento è un salotto come un altro. Stiamo discutendo una cosuccia sulle intercettazioni, ma è cosa fatta. Venga, venga!". E così inizia il suo pellegrinaggio in questa nuova terra ricca di sole e coste libere che tanto assomiglia alla sua terra.
Alla fine della giornata, il signore decide di regalare il proprio anello, forgiato dai padri del deserto, all'amico premier. "Con questo anello" gli dice "puoi comportarti come mi comporto io nel mio paese. E' un grande dono: è l'anello del potere! Non avrei nulla in contrario se tu, amico Silvio, ti presentassi per diventare il presidente del mio governo con questo anello. Il popolo ne trarrebbe vantaggio".

Giusto. Sicuramente il popolo ospitante. Almeno ce lo levi dai c......i! (Commento di uno spettatore)

venerdì 12 giugno 2009

Il sospetto

Trama. Giallo a Montecitorio. In seguito alla delibera sul ddl intercettazioni, la sinistra si ritrova alle prese con 21 traditori che, grazie al voto segreto, hanno votato per il lasciapassare della probabile legge. Dopo il monito di Napolitano sul maxischermo, il quale afferma che farà il suo dovere di apporre la firma, lavoro al quale si sta preparando facendo esercizi per i polsi, dopo il monito si diceva l'unico obiettivo diventa scoprire i colpevoli.
Frammento di dialogo nella testa di Franceschini: "Chi sarà stato? Chi osa distruggere l'unità della coalizione, chi osa interrompere il feto che piano piano stava nascendo nella pancia del Pd? Forse quel centrista là... Guardalo, guardalo come scappa. Oppure quel ex-diessino? Io lo dicevo che non doveva entrare con noi. E che dire invece di quel margheritino? O è un udiccino? Non riesco più a riconoscerli. Ma come fare per incastrarli? Sbarrare le porte e torturare gli indiziati fino a farli confessare? "No, ci darebbero dei comunisti. E noi da loro dobbiamo stare ben lontani. Lasciamoli, lasciamoli andare, non importa. Tanto una volta fuori di qui, vi rintracceremo. L'importante è ci mettiate meno di 60 giorni per farvi scoprire".

mercoledì 10 giugno 2009

L'invasione degli ultracorpi

In seguito agli esiti delle elezioni.

Trama. In una piccola nazione affacciata sul Mediterraneo, si verificano strani episodi. Alcuni abitanti sembrano affetti da una forma d'isterismo che impedisce loro di riconoscere i propri connazionali. Il dottor Miles, che ha occasione di esaminare, dal punto di vista medico, alcuni casi, non riesce a spiegare la causa del fenomeno, finché l'esame di un cadavere desta in lui allarme. Il cadavere è infatti quello di un giovane conoscente del dottore. Il cadavere riporta segni di una inspiegabile modifica: da giovane di colore muscoloso è diventato un bianco flaccido e vecchio. La spiegazione, per quanto assurda, è che una forza ultracosmica sta invadendo la piccola città. Dotata di straordinario potere, benché di orribili fattezze, si impossessa dei singoli per poi sostituirli in tutto e per tutto, psicologicamente dopo averne alienata la mente, fisicamente modificandone le sembianze. La fondatezza dell'ipotesi è provata dalla scoperta di strani enormi semi di colore verde, che sembrano avere comune origine nel capoluogo di Bergamo alta, e dai quali sbocciano e prendono forma questi pseudocorpi umani, tutti caratterizzati da un fazzoletto verde appollaiato nel taschino della camicia. Il dott. Miles, in preda al terrore che gli incute l'orribile scoperta, cerca di mettersi in contatto con le autorità delle nazioni più vicine per dare l'allarme: ma è un'impresa disperata, giacché egli scopre che in quei paesi sono già arrivati altri invasori, sebbene di colore diverso. E' troppo tardi, quindi. L'intero continente è minacciato da forze estreme che inculcano odio e violenza nella mente degli uomini.

martedì 9 giugno 2009

La grande promessa

Trama. L'Italia, dopo le recenti votazioni, trova in Umberto Bossi il suo leader. "Da domani non cambia niente" dice il giovanotto aspettando il suon della definitiva vittoria. Le sue parole scuotono la terra, il cielo si squarcia, agli anziani in Parlamento viene subito in mente il parallelismo con la morte di Gesù Cristo in croce. A cui loro hanno direttamente assisitito, tra l'altro. Perché questa, dopo cinquant'anni di governo, è l'unica verità, la prima vera promessa mantenuta. "Da domani non cambia niente" è il motto che tutta la gente comincia a mormorare a labbra strette via via sempre più larghe. Un urlo di piazza, che viaggia tra le vie, le piazze e i navigli.

Critica: "La destra continuerà a comandare, facendosi via via più xenofoba e fascista, rispecchiando un'idea internazionale di stile di vita improntata al consumo sfrenato. I calciatori italiani di colore continueranno ad essere vittime di insulti e abusi e tutti quelli meno famosi continueranno ad essere trattati come mosche. Le leggi saranno modificate secondo le esigenze dei più comodi e così anche la giustizia sempre più legata come una cane dalla catena del governo. Le 18enni che ottengono una spintarella diventeranno papabili candidate alla guida del governo europeo e più famose di certe politiche degli anni '70 e premi nobel. Il nucleare continuerà ad essere l'energia favorita per rispettare le comodità di abitudini calcificate. La tv diventerà sempre di più il palco per culi perfetti, imeni rifatti e facce da politico. Rifatte anche quelle. E si pagherà sempre di più per goderne. Le tasse saranno sempre meno per i ricchi e i ragazzi terremotati, oltre a eterni weekend di campeggio, andranno in minicrociera tra mari di rifiuti gettati in mare dalla camorra per ordine dello stato. La stampa si farà attaccare come un grissino che affonda nel burro e la gente pagherà i voli di stato agli amici degli amici.
Sì, è la verità. Non cambierà proprio nulla. Nemmeno per questa turnata di elezioni. Una promessa è stata mantenuta. E per questo dobbiamo essere contenti, perché di questi tempi è una cosa della quale pochi paesi si possono permettere."

sabato 6 giugno 2009

Out of Africa

http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/06/05/berlusconi-milano-come-africa-la-curia.html

Trama.
Un mattino d'estate il Cavaliere del lavoro si sveglia fra le coperte di raso nero del suo letto a baldacchino. Come ogni mattinata scende in campo per trascorrere tranquillamente la giornata e godersi il meritatissimo riposo, tra piscina e cocktail, ombrelloni ed escursioni, battute di caccia con i bracconieri, visite alle alte cariche di stato, a visionare savane incontaminate dai termovalorizzatori, fra strade da asfaltare e bambini poveri.
Ma ecco avverarsi un terribile fatto. Infatti il Cavaliere si accorge di essere attorniato solo da gente di colore, da negri, da diversi, insomma. Il disorientamento è enorme. "Ma insomma, dopo tutto il lavoro fatto per migliorare il mio paese, dove sta la mia gente? Qui nessuno mi ringrazia, nessuno mi saluta, nessuno che stende tappeti al mio passaggio. Nemmeno uno che mi tiri un cavalletto c'è qui" si confessa il Cavaliere.
I giorni passano inesorabili verso una realtà che lascia poco spazio all'immaginazione. Da un giorno all'altro la gente sembra essere diventata tutta di colore nero e nessuno che riesca a riconoscere nel Cavaliere quella magnifica persona che tanto ha dimostrato di essere.
Il caso vuole che in quel frattempo si decidi per la nomina del capo di stato. E' il momento di fare qualcosa e il Cavaliere si dà subito da fare. Primo, si compra una televisione (non l'apparecchio) e attraverso questa fa campagna elettorale. Sembra un gioco da ragazzi. Come pensava, la gente diventando nera è diventata allo stesso tempo anche più vulnerabile. Più scema, diciamolo. Quindi sembra fatta. Ma insicuro ancora della sua inedita posizione decide di brogliare lo spoglio delle schede promettendo a tutti una minicrociera nel mediterraneo. Gli umanoidi si fanno abbindolare.
Diventato la più alta carica dello stato, come secondo passo riforma l'ordine giudiziario e nomina se stesso U.G.G.I.O.S.O (Unico Giudice Garante Impunito Social-Operaio), una nuova carica da lui stesso introdotta. Per assicurarsi l'appoggio dei giudici suoi colleghi dona a loro svariate migliaia di euro, che assicura loro essere dei piccoli ricompensi, dei semplici regali. Dopodiché, attraverso una massiccia pubblicità della quale è un attento conoscitore, pubblicizza prodotti sbiancanti per la pelle che decide di manifestare al pubblico direttamente sul suo viso. Le ragazze del paese sembrano impazzite. Tutte vogliono diventare bianche come le veline viste in tv. La trovata colpisce nel segno e la popolazione, sempre più felice del nuovo capo di stato, incomincia a diventare più bianca del latte.
I mesi passano, e le cose per il Cavaliere vanno sempre meglio. Ma un giorno bussa alla sua porta una ragazza dal viso angelico, candida come la panna.
"Ma dove eri finito? Sono mesi che ti stiamo cercando!"
"Scusi ma, mi consenta di chiederle: lei chi è?"
"Ma come chi sono? Sapevo che non dovevo mandarti qui a cercare una discarica per Napoli. Sono la tua terza moglie! Ricordi, Silvio? E qui siamo venuti per il viaggio di nozze! Ma come sei pallido... Mi sa che sei malato. Su dai, torniamo in Italia che là la sinistra chiede di te. E soprattutto di me. Andiamo".
Il finale si chiude con un Cavaliere ancora perlpesso, che non vuole lasciare la sua nuova conquista, mentre fa ritorno su un volo di linea totalmente sovvenzionato dagli spettatori in sala.

giovedì 4 giugno 2009

Sesso, bugie e videotape

http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/06/03/londra-scandalo-dei-film-porno-si-dimette.html

Trama.
Una ministra inglese, essendo inglese appunto, non riesce a soddisfare le esigenti fantasie sessuali del marito. Un giorno decide di affittare un film pornografico da blockbuster ma invece di pagare con la carta di credito, acquista l'oggetto con la scheda del partito. Il giorno dopo lo scandalo è su tutti i giornali. La stampa non le lascia il tempo di replicare alle accuse di aver usato soldi pubblici a scopi personali, e alla fine decide di dimettersi.
Una volta in pensione decide di visitare quei posti ancora inesplorati che durante la vita di ministra non ha potuto visitare. Parte alla volta della Serdegna, atterrando ad Olbia in un pomeriggio afoso e soleggiato. "Ah, Italy!" esclama appena scesa dall'aereo. "(traduzione dall'inglese) Sei proprio come ti presentavano su Italia1. Dirò al nostro garante delle telecomunicazioni di prendere a modello questo tg." pensa fra sè e sè. Poi vede davanti a sè uno stuolo di manigoldi lasciare un aereo presidenziale. "Strange!" pensa ancora la ministra, la quale si avvicina e riconosce nell'apripista un gentiluomo basso, in forma, con una ridicola bandana in testa. "I've already seen him, but I don't know where" dice a bassa voce in un inglese impeccabile.
L'uomo basso, come se avesse sentito telepaticamente, si gira verso la ministra ed urla "Bella sgnacchera! Mi consenta di farle un complimento. Scenderebbe in campo con me?". Si avvicina a lei con incedere elegante e continua la sua arte della favella. "Ok! Now I know who you are! Silvio!" si sveglia finalmente la ministra.
"Signora? Sta male? Ma come parla?" Appena un suo consigliere gli fa notare che di inglese trattasi, niente popò di meno che la lingua internazionale, il riconosciuto Silvio inizia a conversare in inglese istituzionale, ricordandosi che prima di tutto lui è un uomo di stato.
La ministra, disperata, racconta a Silvio le tremende vicissitudini accadutele in patria. Silvio, sull'orlo delle lacrime e dello stupore, le risponde:
"In verità, in verità io ti dico, cara Jacqui, che tu per prima hai sbagliato. Anch'io prima ero come te. Poi ho capito che gli impegni vanno presi di persona. Ho detto che avrei migliorato la mia prestazione sessuale. E così è stato. Prima dormivo tre ore per notte. E le altre tre trombavo tristemente con la stessa persona. Poi non ce l'ho più fatta a resistere. Io e il mio amico Emilio ci siamo messi a caccia di gnocca: lui passava le foto a me ed io combinavo le cose. Poi mi sono innamorato. Ma questo la nazione non lo capisce. Non pensano che anche il loro premier può avere un cuore? No, maledetti comunisti. Il cuore è rosso e batte a sinistra. Io tenterò di renderlo nero e spostarlo a destra. Ma non distraiamoci. Il problema di cui parliamo è il suo e a me non piace raccontare di me in giro. Tornando al discorso, io non le ho fatto vedere nessuna cassetta a questa ragazza. Suvvia, non pensi che io sia contro la pornografia. Anzi, nella mia rete televisiva sto cercando di renderla necessaria. Sulla cassetta, d'altronde c'era scritto 'Vietato ai minori di 18 anni'. E poi dicono che non rispetto le leggi! Ma io ho capito che lei era già una persona adulta, perdio. E per questo sto tentando di abbassare la maggiore età a 12 anni. Anche perché c'è l'amica del mio dentista che non ha voglia di studiare e vuole buttarsi in politica. Intanto le ho detto di indossare vestiti scollati a L'albero azzurro o un programma del genere di cui non ricordo il nome. Lo consigli ai suoi colleghi. E mi raccomando: acqua in bocca! Ma adesso la saluto perché i miei amici mi stanno aspettando".
La ministra rimane allibita da tale dicorso. Stupenda l'immagine finale in cui la si vede di spalle con una macchia a forma di mano sulle natiche.

martedì 2 giugno 2009

The Bodyguard - La guardia del corpo

http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/06/01/la-sorpresa-del-bodyguard-della-lario-un.html

Trama
. Orlandi, un ex agente della Villa Belvedere che si è dedicato alla più redditizia professione di guardia personale, viene contattato da Silvio B., manager della bella rockstar e attrice mulatta Veronica Lario, per vigilare sull' incolumità della donna che riceve lettere minatorie da uno sconosciuto. Dapprima riluttante, Orlandi si fa convincere, e cerca di rendere efficienti i sistemi di sicurezza assai precari che proteggono la principesca villa e l'incolumità di Veronica e del figlio PierSilvio. Ben presto cozza con il carattere arrogante della donna, del suo addetto stampa, e arriva a vie di fatto con il corpulento guardaspalle, Ghedini, dopo averla sottratta ad una pericolosa apparizione in un locale. Convinta Veronica ad una condotta più prudente, si fa convincere ad accompagnarla fuori a cena e poi a trattenersi con lei durante la notte. Dopo l'effimero incontro, Orlandi riprende, a fatica, il controllo, suscitando in Veronica, ferita nell'orgoglio, un risentimento che si concretizza a Villa Certosa, quando per vendicarsi finge, ad un party, di cedere alle profferte di Calderoli, un altro ex agente, ora collega di Orlandi. L'arrivo di una lettera nel camerino del teatro a Villa Certosa convince tutti del pericolo: Orlandi decide così di portare Veronica, e PierSilvio nello chalet di suo padre, al Nord. PierSilvio, presa di nascosto la barca, si avventura in una gita sul lago, ma Orlandi riesce a bloccarlo ed a trarlo a riva, mentre la barca esplode poco dopo. C'è evidentemente una spia nella comitiva, ed essa è la Santanché, che confessa di aver pagato un tale per minacciare ed uccidere Veronica, invidiata, simulando il gesto di un maniaco. Nella notte stessa il killer uccide per errore la Santanché e riesce a fuggire. Tornati ad Arcore per la premiazione degli Oscar Elettorali, Orlandi scopre in extremis che è Ghedini, che si finge cameraman, il killer. Salva Veronica facendole scudo e uccide il sicario. Nonostante tra i due sia nato un affetto intenso, Orlandi, invalido, deve affidare Veronica alle cure di un altro collega, e la deve lasciare. Guarito, riprende il suo lavoro di guardia del corpo.

"Ottimo thriller e ottime le canzoni di un Apicella davvero in forma"