giovedì 3 settembre 2009

Made in Democracy

Un giorno il candidato Yasini si presenta davanti alla Commissione afghana istituita per decidere in materia di brogli e rovescia su un tavolo centinaia di schede elettorali. Secondo lui, quelli sono i voti sottratti all'opposizione.
Dopo non succede più nulla. Perché la Commissione non può farci niente. O forse perché la Commissione è stata nominata da Karzai.

In Iran sono iniziati i processi contro venti esponenti della corrente riformista accusati di aver sostenuto e alimentato la disobbedienza civile seguita alla contestata rielezione del già presidente Ahmadinejad.

Anche Karzai è già stato presidente. A nessuno piace, come quello iraniano, ma è il favorito alla rielezione. Com'era stato quello iraniano. In ambedue i paesi i candidati rivali s'insultano o si sono insultati, si accusano l'un l'altro di falsificare i voti e di commettere brogli per essere rieletti.

Beh, mi sembra tutto normale, per una volta. L'occidente può finalmente esultare: la democrazia esportata funziona alla perfezione.

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