venerdì 11 settembre 2009

E-lezioni nulle


Che l'Italia fosse un paese industriale lo sapevamo già. L'industria, il prodotto, la merce prima di tutto. Prima di un buon libro e prima di una buona istruzione. L'imprenditore batte il professore. Probabilmente è dappertutto così, non solo in Italia. Ma poi a chi vogliamo darla a bere che in Italia sono nati il Rinascimento, le Belle Arti, Dante, Michelangelo, Leonardo Da Vinci, Galileo e tanti tanti altri? Non li ricordiamo nemmeno più noi. Non sappiamo niente di tutto questo. Non conosciamo la storia di personaggi e del nostro Paese. Perché non abbiamo più una scuola. Ma abbiamo le macchine, il gas, l'aereo, le escort, le aziende. Quando tagliano mille posti alla Fiat il Paese è prondamente scosso, preoccupato per il futuro, gli operai scendono nelle piazze, si fa una protesta gigante. Quando ne tagliano 150mila all'istruzione parlano solo i diretti interessati. E tanti non ne hanno nemmeno più voglia. I sindacati lasciano fare, firmano gli accordi per i tagli e poi organizzano le manifestazioni.

Forse la scuola non interessa più a nessuno. Tanto che nei licei si controlla elettronicamente l'alunno se è entrato o no, così lo si può dire alla mamma. La chiamano "Comunicazione facilitata tra scuola e genitori". Ma secondo me è che i cervelli non fuggiranno a lungo. Marciranno direttamente dentro alle teste.



fonte immagine: scuolamagazine.it

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