giovedì 17 settembre 2009

Io leggo La Repubblica
















La stampa di un paese mediterraneo impazzisce tutta di un tratto. Uomini potenti paiono muovere le fila dell'informazione nascosti nel buio del polverone suscitato. Tanti di questi se la prendono con un giornale i particolare: La Repubblica. Ebbene, La Repubblica, dite quello che volete, ha pubblicato oggi un servizio interessante mentre tutti gli altri erano impegnati a stendere il tappeto rosso al nostro salvatore Silvio. Silvio, oltre al fatto risaputo che è il miglior premier degli ultimi 150 ani, più bravo di Alcide De Gasperi, avrebbe risolto la crisi post-tragedia in Abruzzo in tempi da record, quasi come le sue nottate nelle quali dorme tre ore. Le altre tre pensarà all'Abruzzo? Forse sì. Ma tornando a Repubblica: secondo Antonello Caporale, dietro a questo successo di cui tutti abbiamo capito la portata più mass mediatica che di contenuto, v'è in realtà un successo più che normale. Un lavoro discreto, anzi. Perché trent'anni fa, per il terremoto di Irpinia, l'emergenza è stata risolta meglio di oggi. Certo, era difficile pensare "ma mentre tutti corrono dietro alla notizia che Silvio ha portato le case in Abruzzo, lui, il costruttore che voleva che le telecamere immortalassero il momento, perché non guardare se veramente questo successo è da considerarsi tale (tanto per cui Silvio si è vantato di fare scuola ai giapponesi)? Eh?". E così si è fatto. E' andato a controllare. Per accorgersi che anche nei casi passati le cose si sono risolte in questi tempi, forse anche meglio. Quello che dovrebbe fare il giornalismo non è forse controllare la fonte di una notizia? Lo abbiamo capito o no che Berlusconi è l'agenzia di se stesso e non della realtà?
Voi dite quello che volete, ma io leggo La Repubblica.

La vignetta è di Vauro

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