domenica 31 maggio 2009

Gola profonda

http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/05/31/feste-villa-certosa-foto-sequestrate-violata-la.html

Trama.
Maurizio è un giornalista e direttore di una rinomata rivista italiana chiamata Panorama, probabilmente per le sue ampie vedute sul mondo. Un giorno viene a sapere, attraverso i dipendenti del suo giornale, che esistono più di 700 scatti relativi ad un capodanno festeggiato a Villa Certosa che vede coinvolti il presidente del consiglio, l'omologo ceco ed una schiera di giovani ragazze, vogliose di successo, fama e soldi.
Il film racconta il delirio di quest'uomo che da giornalista alla ricerca della notizia oggettiva, si trasforma in zerbino del presidente, suo adulatore e silente complice delle sue malefatte. Infatti, dopo aver saputo delle foto, il giornalista avvisa l'avvocato del presidente e lo mette in guardia. L'avvocato quindi cerca di incastrare il fotografo incolpandolo di violazione della privacy e tentata truffa. Suggestiva la scena finale in cui Maurizio, appresa la notizia che le foto sono andate distrutte e l'immagine del presidente è salva grazie al suo tempestivo servizio, sogghigna nella penombra di un parcheggio sotterraneo, attendendo che qualcuno gli porti i soldi da parte della ormai più alta e incontrastata nomina dello stato.

"Il film rispecchia in modo chiaro la realtà dei fatti. E grazie a questo si capiscono tante cose. Per esempio che il tutto è stato fatto per salvaguardare l'interesse pubblico (Avv. Ghedini, intervistato fuori dalle sale cinematografiche)"

"Il mondo è avvelenato dall'inquinamento morale. Quel fotografo va inquisito (Papa Ratzinger)"

"Berlusconi je prase. I dotkl se jí prdel přemýšlel jsem měl 18 let (Berlusconi è un porco. Mi ha toccato il culo pensando che avessi meno di 18 anni) (Ex-presidente Topolanek)"

venerdì 29 maggio 2009

La Misery non deve morire

In questo film un presidente della nazione incolpa la crisi economica che ha colpito l'Europa di aver messo in discussione i valori di solidarietà e accoglienza.
Solidarietà e Accoglienza spariscono se mancano i soldi.
Però ricordo un film più vecchio, dove contadini che possedevano poco o niente, aiutavano dei partigiani a nutrirsi o dei perseguitati a nascondersi. Me lo ricordo questo film, benchè sia molto vecchio.
Però a quel tempo c'era la guerra, non la crisi. E' ben diverso. Ad esempio oggi c'è la social card. Ai tempi della guerra se la sognavano.
La social card, quindi, è uno strumento creato proprio per salvaguardare questi valori che stanno decadendo. Poi se su 700mila richieste, 225mila vengono respinte perché ci sono dei richiedenti che hanno una pensione di 5000 euro, bene, questi non sono a rischio di solidarietà. Ciò deve tranquillizzarci.
Dalla visione del film deduco che quelli della Lega guadagnano meno di 1000 euro al mese.

mercoledì 27 maggio 2009

Faccia a faccia

http://it.peacereporter.net/articolo/15948/Swaziland,+il+primo+ministro+propone+di+marchiare+i+sieropositivi+

Riportiamo uno spezzone in anteprima del nuovo film del nostro regista:


Il capo di stato dello Swaziland conferma, durante una seduta stampa, di voler marchiare a fuoco le natiche dei malati di AIDS. "In questo modo, prima di aver dei rapporti sessuali, basterà controllare le natiche del partner per evitare il contagio". Un'inviato chiede al capo africano in che modo si è arrivati a trovare un'idea tanto geniale. "In verità è merito dell'Italia. Abbiamo visto, grazie alla televisione, che è pratica italiana marchiare le natiche in faccia alla gente: per esempio le facce di tutti i membri del Pdl sono state marchiate dopo aver votato 'no' la richiesta dell'opposizione di presentare al parlamento la legge sui tagli dei seggi. Poi è stato marchiato il ministro del lavoro Sacconi dopo che ha comunicato l'intenzione di investire più risorse nella formazione ed informazione da parte delle imprese affinchè ciascun operaio abbia piena consapevolezza di ciò che è pericoloso per la sua salute sul lavoro. Persino il papa è stato marchiato dopo aver invitato i cattolici a ripudiare la pubblicità, la tentatrice del consumismo. Infine anche il premier è stato marchiato per le ultime vicissitudini che lo riguardano e dopo che ha descritto Roma come 'città dal degrado africano' a causa dei rifiuti abbandonati per le strade. Quindi tutti questi esempi ci hanno portato a dire: noi vogliamo raggiungere il livello di sincerità dell'Italia. Chi è malato, per una questione di rispetto verso gli altri, lo deve far sapere a tutta la comunità."

La sottile linea rossa

Il regista ci racconta come gli è venuta l'idea per il suo ultimo film:

"Ho fatto un sogno. Ho sognato di essere Giuliano Ferrara che a sua volta sognava di essere Berlusconi che rispondeva alle 10 domande di La Repubblica sul caso Noemi. E nel sogno io, che credevo di essere Ferrara che a sua volta credeva di essere Berlusconi, dicevo che non doveva importare a nessuno di che cosa facessi nella mia vita privata, perché era solo mia e non di tutti. A questo punto spuntava un giornalista nuovo il quale mi chiedeva se fare regali ad una diciasettenne dopo aver visionato il suo book come se fossi un agente di casting per farla partecipare in tv e magari poi alle europee appena dopo il tentato divorzio dalla moglie e nel frattempo avere sulle spalle un importante processo per corruzione giudiziaria, per non parlare di tutte le figure di mmerda fatte con gli altri capi di stato ai numerosi convegni di cui non si spiega il mio invito dato che si trasforma sempre in una pagliacciata, ecco, mi chiedeva il giornalista, anche questo fa parte della sua vita privata?
Allora io-Giulianone-Silvio gonfio il petto, in questo mio sogno, e rispondo: "C'è una sottile linea che divide ciò che è pubblico da ciò che è privato, tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, tra ciò che è morale e ciò che non lo è, tra ciò che può essere considerato un regalo e ciò che può sembrare corruzione, insomma tra ciò che faccio veramente e ciò che voi dite che io faccio. E questa linea purtoppo, in Italia, è inesorabilmente e dannatamente di colore rosso!". Dopodiché, uno schiocco di dita e un gruppetto di anziani in divisa mimetica afferrano il giornalista e lo portano via.
Mi sveglio in un letto di sudore. Spaventato. Spaventatissimo. Che sogno! Che incubo! Devo subito controllare che io sia di nuovo nella realtà. Accendo la luce. Guardo verso il basso e riesco a vedermi la punta dei piedi. Bene. Mi tocco la testa e miei capelli sono naturali. Benissimo. Tiro un sospiro di sollievo e torno a dormire.
Solo l'ennesimo brutto sogno. Ora sono io, solo io, nient'altro che io."

domenica 24 maggio 2009

Estate in città

http://www.loccidentale.it/articolo/reggio+emilia.+15enne+annega+in+piscina,+forse+un+malore+.0071965

Trama. Yissin è un bambino di appena 15 anni ma già è testimone dell'estate più calda degli ultimi decenni, se non secoli, se non addirittura millenni. Ecco, forse dopo il settimo giorno del Signore è l'estate più calda in assoluto, dicono a Studio Aperto. Insomma, Yissin va alla piscina insieme ai suoi coetanei. Solo che per qualche coincidenza particolare, l'afa oppure un'indigestione, gli prende un malore e muore in acqua. Un bagnino, subito accortosi dell'incidente, si tuffa in acqua per recuperarlo. Vengono immediatamente chiamati i soccorsi. Solo un particolare: la gente non ne vuole sapere di uscire dalla piscina. "Dovete uscire. Su, non vedete che c'è un'emergenza? Lasciateci lavorare" implora il bagnino. "Ma scusi lei, vuole mica che usciamo dall'acqua con questo caldo? Ci saranno 35 gradi all'ombra. Mi faccia il piacere. Studio Aperto ha detto che può essere pericoloso." risponde uno dei bagnanti irritato. Un altro si aggiunge alla protesta: "Su, lo porti via veloce. Mia figlia certe cose le può vedere solo a Studio Aperto. Non facciamole vedere delle cose troppo reali. Si sbrighi, faccia il suo lavoro!".
Il bagnino rimane impietrito. "Ma, scusate, vi da fastidio perché è marocchino?" chiede disgustato dalla provocazione dei due.
Questi si guardano con gli occhi sbarrati. Finalmente uno di loro si rigira verso il bagnino e conclude: "Sa io a dir la verità, l'ho visto in difficoltà. Ma gridava qualcosa di incomprensibile e io non ho capito cosa volesse. Pensavo che stesse provando a fare uno di quegli spot per Italia 1. Vede che imparare l'italiano, per questi qui, significa salvarsi la vita?"

venerdì 22 maggio 2009

L'ultimo imperatore

Trama. Nel deserto intellettuale di un Italia post-moderna, gli abitanti aspettano con scottante attesa ogni giorno la parola del capo di stato, sommo pontefice della religione nazionale: lo stato, appunto. Ogni pomeriggio, riunitisi davanti ai maxi-schermi che vengono montati per coprire qui un buco nel terreno debordante rifiuti, là una strage di baraccopoli terremotate per l'ennesima volta, davanti agli schermi dicevo, si riunisce la folla che attende il quotidiano insegnamento del sommo capo. Anche oggi si sente un click, appare un'immagine ad alta definizione di Emilio Fede che parla a tutti dall'alto della sua orbita, annuncia il sommo che esce a braccia aperte sul balcone del San Pietro che finalmente acclama: "Italiani! Ascoltate! Chi non ha ancora ricevuto in questo tempo di regali (perché c'è chi ha già ricevuto un collier, chi una tenda hi-tech, chi 600 mila euro) in verità dico: il cappone non anticipa mai il Natale!".
La folla intona un osanna e tutti pregano affinché la preghiera del sommo sia benedetta. Ma Gianfranco, militante fascista, cerca di sabotare i piani del sommo, inviando una lettera alla direzione e proponendo che lo stato si doti di due camere, insomma di un parlamento. Il sommo, tramite il suo maggiordomo Ignazio risponde:
"Parlamento?! No grazie, dopo il divorzio preferisco rimanere da solo"

martedì 19 maggio 2009

The Italian Job

http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/05/18/scandalo-westminster-ira-della-regina.html

Trama.
88 penny per un tappo della vasca da bagno. Ma poi l'affitto, la pulizia del corso d'acqua intorno alla casa, il rimborso per le videocassette porno oppure per i fiori freschi tutti i giorni. Lo scandalo che colpisce un parlamento reputato candido ed etico, morale nelle sue scelte a causa di un'inchiesta di un quotidiano conservatore. Una deputata imputata per aver chiesto il rimborso per una stanza in hotel, un altro per specchi e cassettiere acquistati per la nuova casa. Uno ha pure chiesto che gli fosse pagato il mutuo. Tutte le magagne e i sotterfugi vengono svelati da questo quotidiano conservatore ha permesso...
no, aspetta...
un quotidiano?
un quotidiano conservatore?
un quotidiano conservatore svela...
ma allora...
fammi leggere bene...
ah ecco! Non siamo in Italia! E' l'Inghilterra!
Mi pareva...
Infatti sui quotidiani nostrani si legge invece la replica del premier: "Sfigati! Tutti noi conosciamo i gusti degli inglesi. Noi perlomeno ci facciamo pagare i trasporti, il telepass, lo spazzolino, l'elicottero, la donna delle pulizie, la tessera del teatro, della metropolitana, il treno, l'aereo, i francobolli, piscine, palestre, cliniche, l'assicurazione sull'infortunio e quella sulla morte (che non usaremo mai!), le auto blu con autista, ristoranti, tutte cose insomma che sono utili. Anche i collier, se è il caso!". A fine discorso ha poi aggiunto: "A tutti quelli che sono stati condannati dalle toghe rosse inglesi, per ora, posso solo consigliare di rivolgersi ad un mio amico: l'avvocato Mills".
E al prossimo G8 che si terrà in Italia è previsto un corso su come non lasciar trapelare certe notizie riguardo alle spese statali. Per l'occasione verranno rintracciati i colpevoli di Tangentopoli. E' bastato andare a trovarli a Palazzo Chigi. La regina si è già detta più tranquilla. E Ignazio incalza: "Gli insegneremo noi come guadagnare il doppio dello stipendio senza dare nell'occhio. Basta sparare cazzate su altri temi!".

venerdì 15 maggio 2009

WaterWorld

(http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cronache/200905articoli/43733girata.asp)

Trama. Franco Ionta conduce la sua vita facendo un mestiere come gli altri, il commissario straordinario per l'edilizia penitenziaria, il che non gli da grosse soffisfazioni. Nemmeno quando gli chiedono in giro "Ma lei che lavoro ha detto che fa?", Franchino si imbroncia e guarda basso per la vergogna. Un lavoro senza sbocchi, senza emozione che lo rende apatico. Ma un giorno, guardando Ben Hur, una lampadina gli si accende in testa. "Eureka. Perché non fare delle prigioni galleggianti?". Folgorato da cotanta genìa, il commissario si presenta al cospetto del Grande Capo, il GuardaSigilli Angelino, pronto a presentare il suo progetto. Angelino annuisce e alla fine, con larghi cenni della testa, si convince. Angelino, esperto in materia di giustizia sì, ma anche grande appassionato di fisica, guarda sognante verso l'alto e dice: "Mi sono sempre chiesto come delle navi così grosse possano stare a galla... Va bene, proviamo con le carceri, tanto se vanno giù, al massimo ci siamo levati un fastidio". Così il commissario, grazie alla risposta positiva dell'Archimede, torna a casa tutto goduto. "Finalmente" si dice "da oggi la mia vita è cambiata per sempre". Con la fervida mente immersa nei sogni si appoggia alla balconata del lungomare ad ammirare l'orizzonte sul porto. Tutto è perfetto intorno per quel magico momento: la risacca fra gli scogli, la superficie increspata, il sole che affonda all'orizzonte, rosso come solo un tramonto su cento sa essere, e poi un po' più in là... un grosso battello sciancato e fatiscente ricolmo di persone di colore dal volto disperato, che si allontana dalla riva. Il commissario prima spreme la vista, poi fa affiorare un leggero sorriso sulle labbra. "Ah, Italia, come ti amo. Vedi che quando le idee sono belle, le si mettono tempestivamente in atto?".

"Un film che racconta il riscatto sociale di un uomo finito, condannato alla noia. Bellissimo" (Il Giornale)

mercoledì 13 maggio 2009

Ritorno al futuro

Trama. Rosa Parks (http://it.wikipedia.org/wiki/Rosa_Parks) decide di soggiornare per qualche tempo in Italia. Ma sprofonda in un incubo del passato quando un signore gli chiede di cedergli il posto sulla metrò, in quanto milanese doc. Svenuta, viene trasportata all'ospedale più vicino. Lì il primario le chiede i documenti. Rosa spiega di trovarsi lì per una 'piccola vacanza'. Ma il dottore, insospettito, chiama i carabinieri per accertarsi della situazione. Invece dei carabinieri arriva un drappello della ronda cittadina dicendo che i 'colleghi' sono momentaneamente fuori servizio. Alla domanda "E' accompagnata da qualcuno?", la signora cerca di spiegare di essere in Italia per una vacanza con il figlio e senza riuscire a terminare la spiegazione viene interrotta da una nuova domanda: "Ha un figlio? Allora dovremo controllare all'anagrafe. Quale scuola frequenta?". Rose si spaventa ancora di più, cade nel panico e non capisce cosa stia succedendo. Fantasmi del suo passato sudafricano le ritornano alla mente. Dopo tre quarti d'ora di difficile discussione, il capobranco decide per il verbale: "Guardi, sono costretto a farle il permesso di soggiorno. Sono 200 euro se paga adesso, altrimenti sono tre anni di carcere". La signora è costretta a pagare ed in cambio riceve un tagliando il quale riporta la data del giorno dopo. "E' la scadenza, signora".
A questo punto, la signora Rose viene rimpatriata di forza nel suo albergo e qui decide di abbandonare quel nord così simile alla sua nazione d'appartenenza. Decide quindi per il sud, di arrivare fino in sicilia. Ma arrivata sullo stretto viene bloccata da un funzionario: "Scusi signora ma lei vuole andare in Libia?". La signora è sconcertata. Crede che aldilà dello stretto ci sia la Sicilia. "Non più, signora. La sicilia e tutti i siciliani sono stati venduti alla Libia la settimana scorsa, per risolvere il problema che da troppo tempo affligge l'Italia". La signora si interroga su quale possa essere questo problema. Una malattia contagiosa? Il maltempo? Il traffico? Ah, forse la mafia? Aveva sentito che la mafia fosse un grave problema. "Mafia? Io, signora, in verità... nulla so!".

Ingresso:
bianchi- 7 euro
immigrati con regolare permesso: 12 euro
clandestini: 200 euro (il biglietto comprende un permesso di soggiorno usato)

Note: film per tutti. i bambini devono essere accompagnati da una regolare iscrizione scolastica.

domenica 10 maggio 2009

L'ora di religione

(Abbozzo per il film L'ora di religione, presto nei migliori comuni).

Già me lo vedo quando uscirà dal negozio e dirà: "Oh, tu. E' passata più di un'ora. Le sai le regole? Adesso spostati da un'altra parte". E lui risponderà: "Ma capo, ancora non ho preso un euro!". "Ecchè, mica è un mio problema?". Così lui, gobbo, zoppo, guercio e sporco si sposterà di qualche metro e si metterà davanti ad un altro negozio. "Ehi, ehi! Non scherziamo, eh? Ne è appena andato via un altro. Smamma, sciò!" griderà la signora uscendo dalla sua boutique di vestiti ultrachic. Allora il barbone si sposterà a fatica davanti ad un'altra vetrina. E così via per tutto il pomeriggio. Alla fine il barbone stremato riposerà a stento fra i suoi stracci, triste, stanco.
Già me lo vedo il giorno dopo, ricominciare a girare la piazza. Non più di un'ora davanti allo stesso negozio chiedendo le elemosina. Parola del sindaco di Bergamo. L'ora in cui permettere l'elemosina e sentirsi bravi cristiani. L'ora di religione.
E poi da oggi, già me lo vedo, metteranno quegli aghi che di solito tengono lontani i piccioni e li porrano proprio davanti alle vetrine. Allora un giorno al barbone viene in mente una genialata. Già me lo vedo. Muore lì davanti, ad una di quelle vetrine. Sì ma per finta, non vi preoccupate. Vero? Si accascia lì, come un morto. Per finta. No? Vero che stai facendo finta? Oh, barbone! Sveglia. Dicevo: stai facendo finta, no? Barbone? Barbooone? Oh, ma...
Merda.
E' morto davvero.
Io lo avevo detto di non lasciarlo più di un'ora davanti alla panetteria. Che poi a quello gli vengono i crampi allo stomaco e schiatta. Facciamo così. D'ora in poi non più davanti a panetterie, pasticcerie e quant'altro possa ingolosire un barbone.
Già me lo vedo. Il sindaco sorridermi quando gli suggerirò la mia idea.

sabato 9 maggio 2009

Vacanze in Giordania

Genere. Storico

Trama.
Dopo la recente crisi che ha scosso le basi dell'economia mondiale, Franklin Dellano Ratzinger è convinto che una massiccia ricostruzione pubblica possa ridare slancio e sfarzo ai possedimenti che tutti hanno paura di perdere. Dellano sceglie la Giordania come meta iniziale. "Crisitiani, restate in Medio Oriente. E' anche vostro" dice in diretta a tutte le televisioni. Poi con gesto pomposo allunga il braccio e indicando il povero fiume esclama "Là, che siano costruite 5 chiese. Una per confessione".

Intervista al regista. "Il momento più commovente è stato il dialogo fra il papa e il suo consigliere": Il papa si avvicina al rigagnolo e rivolgendosi al nunzio: "Chemmi puoi passari li costumi?". Tutti pensano: "Il papa si battezza!". Dellano si pone sulla sponda, si inginocchia e tutti pensano: "Il papa sta pregando", allunga le braccia unite sopra la testa e poi si china versa l'acqua. "Sto nuotando, nunzio?" "Non ancora, sommo" "Allora sto camminando sulle acque?" "Veramente sommo, lei non è ancora entrato in acqua. Su, non abbia paura. Ricordi come ci siamo allenati nella sua piscina privata" "Vuoi dire la vasca da bagno? Sì, ma quella era riscaldata". Finalmente il papa fa per gettarsi quando le acque si dividono. Tutti gridano al miracolo. Il papa è profondamente offeso con l'Altissimo. E a lui si rivolge dicendo: "O Cristo" e tutti pensano: "Il papa sta ringraziando Dio". Poi voltandosi di nuovo verso il nunzio: "Che mi puoi passari la tavola da surf?" "Certo, sua eminenza".
Nel finale si vede il sommo su una delle due onde generate dal miracolo, a sfidare l'ira divina e pettinandosi il ciuffo bianco. E c'è ancora chi gli dà del vecchio conservatore...

Note. (Film in lingua originale: latino antico con sottotitoli in aramaico)

venerdì 8 maggio 2009

Ispettore Alì, il caso Scorie è tuo

Trama. Mogadiscio, 1992. In concomitanza con la caduta del governo, un enorme maremoto trascina a riva decine di container dal contenuto misterioso. Nei giorni seguenti la popolazione locale si ammala gravemente e il contagio si propaga per l'intera città, mietendo in modo inarrestabile povere vittime, anche donne e bambini. Gli esperti lanciano l'allarme: si tratta di uranio!
L'ispettore Alì, chiamato dal bisogno delle sua terra, rientra da un caso appena risolto e se ne ritrova davanti uno nuovo più complesso e superficiale, ma che nel profondo nasconde intrecci loschi e inspiegabili accadimenti. L'ormai famoso fiuto del nostro ispettore, lo porta ad indagare direttamente sulla spiaggia incriminata e lì, affisso su di un container, scopre la sigla che lo porterà a volare in Svizzera. Pare infatti la Achair Partners essere la proprietaria degli oggetti incriminati.
Il giallo si infittisce, si fa coinvolgente e ricco d'azione sul territorio europeo. Qui il regista, attraverso un perfetto meccanismo degno del miglior thriller-politico, ci mostra un ispettore spaesato, alla ricerca del filo conduttore di tutta la vicenda: così scopre che l'oscura rete di collegamenti parte da un imprenditore ed un politico; un uomo d'affari indiano viene incaricato da un politico di Roma di trovare un corrispondente svizzero disposto a scontare delle cambiali in cambio di medicinali per conto di un altro ministro italiano. Il corrispondente svizzero, di nome Hoffman, detiene il controllo di un'impresa di rifiuti e in cambio del favore economico esige un luogo per smaltire i propri esuberi materiali. Il patto viene stretto fra le due parti e il quadro si completa: l'italiano, esperto delle questioni africane, suggerisce che i rifiuti possano entrare in Somalia e una volta qui essere parcheggiati temporaneamente in attesa della costruzione di un inceneritore. Una nuova costruzione che genera un nuovo appalto. E qui interviene un'azienda livornese, la Progresso, che non si è mai interessata direttamente di rifiuti solidi ma fiuta la portata dell'investimento. Ma i fondi tardano ad arrivare, l'inceneritore non viene costruito e la Progresso, pensando ad una truffa, se la squaglia.
Così, l'armadio, in questo caso il mare, già pieno di scheletri vomita i container abbandonati sul fondo marino, risvegliandosi come zombie dalla infinita sete di vendetta. In questo modo a ritroso, Alì riesce a ricostruire la vicenda che ha visto più di 80 mila litri di pesticidi tossici riversarsi inquinando le falde acquifere della già povera d'acqua Somalia.
Alla luce di un caso dalla portata così internazionale, Alì viene scoperto e rischia la vita per rientrare sul suo territorio. In un susseguirsi di colpi di scena, l'ispettore riesce comunque a rincasare sano e salvo e arrivato scopre che i pescatori hanno stretto un patto con le milizie locali, le quali hanno promesso di aiutarli nelle operazioni di denuncia. Sembra che tutto proceda verso l'incriminazione dei giusti colpevoli ma quella che era iniziata come una lotta contro l'impero occidentale, unico protagonista della rovina delle acque del Corno, si trasforma in una passione per il riscatto: rifiuti in cambio di ingenti somme di denaro. Alì, sconfortato e sconcertato, vede il proprio povero popolo, in continua ricerca del benessere, cercare di accaparrarsi affari con gli occidentali ricchi, che pagano per smaltire. Le milizie però, per il proprio mantenimento di armi ed equipaggio scialaquano i proventi delle transazioni, e appena la domanda di rifiuti cala, gli umili pescatori si ritrovano nella situazione iniziale, senza soldi e in più senza acqua. E qui il triste epilogo davanti al quale Alì deve gettare la spugna: i pescatori diventano feroci pirati in cerca di fortuna e l'opinione internazionale trova il nuovo tema usato per discolparsi e per nascondere la verità.

mercoledì 6 maggio 2009

"Anche i grandi hanno i vizietti"

La stampa sta investendo tutto le proprie risorse e soldi in questa vicenda, o scandalo come lo definiscono le malelingue, che vede per l'ennesima volta protagonista il nostro caro Silvio. Ma lo volete capire o no, razza di babbei ignoranti e comunisti, che si tratta in realtà della nuova fiction di mediaset? "Anche i grandi hanno i vizietti" è il titolo dell'opera che uscirà in una raccolta di dvd appena sarà finito l'attuale governo e raccoglierà tutta l'epopea del moderno Ulisse. La notizia, che doveva rimanere segreta per ovvi motivi commerciali, mi è stata data dal confessore di Berlusconi, tale Don Zuliani, il quale mi ha confessato che in Francia l'opera su Sarkozy ha riscontrato un grande successo di pubblico.
La trama è simile a quella di beatiful, per andare incontro alle nostre ridotte facoltà mentali (come diceva un grande comico che però anche lui non aveva mica capito che si trattava di una fiction), quindi è tutto un intrico di storie amorose, sotterfugi, scalate milionarie, processi che ostacolano il nostro protagonista. Ma la trama ha poi un risvolto horror che, come i migliori b-movie anni '70 si mischia all'erotismo. Infatti l'antagonista è uno zombie politico chiamato 'sinistra' capace di contagiare le vittime morse. Il mostro colpisce di notte: prima entra nella doccia di Fini, il quale passa dal cantare 'faccetta nera' a 'bandiera rossa' e poi, durante una notte di luna piena, riesce a intrufolarsi nella casa del premier! Infatti dal giorno prima al giorno dopo tutto cambia: amici si trasformano in temibili avversari e la moglie diventa l'accusatrice più pericolosa. Forse ora pure la Chiesa si mette contro! Non vi svelo la fine perché poi non seguireste più lo svolgersi delle puntate.
Vi dico solo che il regista è Dell'Utri, per questo la trama si ispira in tanti punti alla storia di Mussolini. Solo che qui, Dell'Utri attribuisce elementi tipici del 'cattivo' al personaggio principale, cioè a Berlusconi. I critici hanno subito capito questa scelta stilistica, riuscendo ad anticipare il finale: il presidente non perderà come quell'altro!
I colpi di scena non si esauriranno. Fino ad ora c'è stato solo un intoppo: dopo il processo per corruzione, che sembrava poter porre fine a tutto, gli autori hanno continuato facendo un po' finta di niente. Ma va beh, secondo me hanno imparato la lezione. D'ora in poi sarà tutto più entusiasmante. Anzi, adesso accendo la televisione e mi guardo "porta a porta" e poi subito lo speciale dietro le quinte di Emilio Fede. Fatelo anche voi! Che si possono vincere tanti premi!