martedì 29 settembre 2009

Maarìa!















Amo rimanere al cinema fino all'ultimo, per degnare chi ha lavorato in un film di uno sguardo, fino all'ultimo, dal runner all'elettricista di scena. Ma questa volta sono andato a vedere Baarìa di G. Tornatore. E per tutto il film ho pensato alla frase di Berlusconi: "Baarìa è un capolavoro che tutti dovrebbero vedere, ma non ditelo altrimenti qualcuno dirà che ho secondi fini visto che è una coproduzione Medusa".
E lui di secondi fini non ne voleva no. Già ne basta uno, ma questa è un'altra storia.

Un investigatore acuto a questo punto si chiederebbe: noi in Italia sappiamo che è normale fare film costosi con la Medusa del Berlusca (o al massimo con la Rai degli amici del Berlusca). Quindi perché qualcuno dovrebbe criticare il suo come un commento di parte?
Poi, rovistando fra i titoli di coda, ho visto un nome che mi ha lasciato di stucco: Tarak Ben Ammar.
Chi è questo Ammar?
Ebbene, si tratta di un amico d'affari del Berlusca. Produttore cinematografico ("The passion" e "Baarìa"), già consigliere d'amministrazione in istituti quali Mediobanca, Ben Ammar è soprattutto un imprenditore televisivo. Bisogna sapere che il capitale del canale tunisino Nessma Tv era inizialmente detenuto dal gruppo dei fratelli Karoui: nel maggio del 2008 il Karoui&Karoui annunciò l'entrata del gruppo italiano Mediaset e del gruppo tunisino Quinta Communications di Tarak Ben Ammar, nella misura del 25% ciascuno. Quindi i due imprenditori sono diventati detentori del 50% di una televisione nordafricana. Ed è un caso che nell'ultimo periodo il Berlusca abbia intensificato i rapporti proprio con il colonello libico Gheddafi, nordafricano anch'egli?
Non saprei.
Ma è sempre il caso che vuole che Gheddafi sia entrato a far parte di Quinta Communications proprio adesso?
Io non mi sento di arrivare a conclusioni troppo affrettate. E poi, tranquilli, Ben Ammar ha assicurato che Gheddafi non vuole usare la tv per fini politici (e perché no? In Italia si fa e nessuno si lamenta) ma solo per avere del capitale in più e usare questo per produrre film sul mondo arabo.
Alla fine dell'accordo Gheddafi deterrà il 10% di Quinta Communications. Non voglio arrivare a conclusioni, ribadisco, affrettate ma, a proposito del rapporto economico tra le parti, si vuole ricordare che anche Berlusconi deteneva (o detiene ancora) il 22% di Quinta Communications attraverso la struttura lussemburghese Trefinance.

Il 23 agosto, Berlusconi ha poi visitato Tunisi - dov’è stato girato Baaria e dove il quartiere palermitano è stato ricostruito interamente all'interno di un deposito 'abbandonato' - ed ha rilasciato una intervista a Nessma (a loro sì e a Repubblica no?) in cui ha segnalato che il 'suo' governo “ha il cuore aperto verso gli immigrati, gli offre casa, lavoro, scuola e ospedali”. In più ha definito la televisione come “il grande veicolo di democrazia per influire sulle masse”. Per finire ha aggiunto con veemenza che è importante fare “buoni casting femminili”, materia in cui ha “grande competenza”.
Prima di andare via ha chiesto il numero di telefono alla presentatrice.

Probabilmente Gheddafi e Berlusca non si limitano a scambiare gas con immigrati (attenti per ora a non combinarli insieme) come ci vuole far credere la tv. Che ci sia qualcosa in più? Attendiamo risposte fiduciosi dal grande veicolo della democrazia, nostra signora Televisione. Ora anche in digitanale.


fonte immagine: zoelog.splinder.com

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