venerdì 15 maggio 2009

WaterWorld

(http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cronache/200905articoli/43733girata.asp)

Trama. Franco Ionta conduce la sua vita facendo un mestiere come gli altri, il commissario straordinario per l'edilizia penitenziaria, il che non gli da grosse soffisfazioni. Nemmeno quando gli chiedono in giro "Ma lei che lavoro ha detto che fa?", Franchino si imbroncia e guarda basso per la vergogna. Un lavoro senza sbocchi, senza emozione che lo rende apatico. Ma un giorno, guardando Ben Hur, una lampadina gli si accende in testa. "Eureka. Perché non fare delle prigioni galleggianti?". Folgorato da cotanta genìa, il commissario si presenta al cospetto del Grande Capo, il GuardaSigilli Angelino, pronto a presentare il suo progetto. Angelino annuisce e alla fine, con larghi cenni della testa, si convince. Angelino, esperto in materia di giustizia sì, ma anche grande appassionato di fisica, guarda sognante verso l'alto e dice: "Mi sono sempre chiesto come delle navi così grosse possano stare a galla... Va bene, proviamo con le carceri, tanto se vanno giù, al massimo ci siamo levati un fastidio". Così il commissario, grazie alla risposta positiva dell'Archimede, torna a casa tutto goduto. "Finalmente" si dice "da oggi la mia vita è cambiata per sempre". Con la fervida mente immersa nei sogni si appoggia alla balconata del lungomare ad ammirare l'orizzonte sul porto. Tutto è perfetto intorno per quel magico momento: la risacca fra gli scogli, la superficie increspata, il sole che affonda all'orizzonte, rosso come solo un tramonto su cento sa essere, e poi un po' più in là... un grosso battello sciancato e fatiscente ricolmo di persone di colore dal volto disperato, che si allontana dalla riva. Il commissario prima spreme la vista, poi fa affiorare un leggero sorriso sulle labbra. "Ah, Italia, come ti amo. Vedi che quando le idee sono belle, le si mettono tempestivamente in atto?".

"Un film che racconta il riscatto sociale di un uomo finito, condannato alla noia. Bellissimo" (Il Giornale)

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