lunedì 12 ottobre 2009

Parole gonfiate














"Gonfio! Gonfio tutto: figli, mamme, papà, mogli, sentimenti, emozioni, amori, soprattutto amori gonfio" diceva Giorgio Gaber. Come l'aveva capita lui la società... Solo si dimenticò una parola importante che nella società di oggi viene gonfiata alla grande: la parola.
Oggi un uomo ha fatto scoppiare un ordigno artigianale davanti ad una caserma a Milano. Hanno parlato di "attentato". Lo stesso termine usato per quelli che solitamente fanno morire decine e decine, se non centinaia, di iracheni o afgani o ancora americani.
Ma questi sono già più abituati a chiamarli così. Perché faticare a trovare un'altra parola? A noi va benissimo questa: "attentato". Così anche noi possiamo diventare protagonisti di una guerra non nostra. Si continua sulla scia dei sei soldati morti inviati in mondovisione. A questo punto speriamo che succeda qualcos'altro, pena lo scemare dell'audience.

Gonfiamo, gonfiamo le parole.
Non per niente è stato dato un Nobel per la Pace a chi ha usato bene le parole. Un Nobel alla buone intenzioni, insomma. Perché solo di intenzioni si può parlare dal momento che era stato selezionato per il premio dopo due settimane dalla presa del potere presidenziale.

Ma alla fine lo sappiamo benissimo tutti che solo di parole gonfiate si tratta. Altrimenti le ultime minacce di Berlusconi ci farebbero paura invece di farci sorridere.

La vignetta è di Vannini

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