giovedì 22 ottobre 2009

Ciò che il capo ha detto di dire. Il giornalismo (?) di Brachetti&Co.


Finalmente sono arrivate.
Le scuse.
Ce le aspettavamo.
Le scuse.
Sono arrivate con una facilità che non si può non pensare all'ennesimo piano politico preparato a tavolino.
Le scuse di Brachini dovrebbero essere trattate in tutto il mondo per un'analisi del linguaggio.
E' il linguaggio del servo. Dell'informazione serva del potere.
Ma andiamo per ordine. Ordine, sì. Ordine e disciplina, come vorrebbero alcuni.
Dopo il servizio che condanna alla stravaganza, sinonimo di comunista e nemico dello stato a quanto pare, il giudice Mesiano, lo pseudo-giornalista Brachini (lo pseudo è di norma altrimenti mi sanguina il cuore) ha chiesto scusa. E lo ha fatto attraverso la stessa trasmissione da cui ha lanciato la provocazione, e ha chiesto scusa senza contradditorio. Sì perché ci vorrebbe anche il contradditorio per le scuse. Mentre lui si è contraddetto. Altroché.

Lui di solito va a braccio. Ma oggi leggerà ciò che ha scritto.
Che tradotto diventa: lui di solito va a braccetto, con il capo, e oggi ci leggerà ciò che il capo gli ha detto di dire.

Ma andiamo con ordine. Ordine e disciplina come vorrebbero alcuni che credono il Giornale un giornale (che ha intitolato la notizia delle scuse di Brachetti "Tre domande al giudice Mesiano").
"Fra i tanti servizi realizzati da una testata, ci si concentra solo su quelli un po’ più sfortunati." ha detto Brachini. Sfortunati? Sfortunati perché esiste ancora una stampa che parla e un'opinione pubblica che si indigna per un servizio chiaramente confezionato contro il giudice che ha condannato il tuo padrone per corruzione? Ah sì, allora siete stati sfortunati.

"Mi impegno a non trasmettere più quelle immagini, cosa che dovrebbe fare anche chi indignato mi critica, e criticando le ri-trasmette in continuazione, dalla Sky di Murdoch a Raitre, trasformando il rimedio in qualcosa di più grave della malattia." Questo più 'grave della malattia' mi fa capire ancora che purtroppo Brachini non ha capito cos'è l'informazione.

"Le critiche appunto, o meglio la marea di insulti e di lezioncine piovute su di me, sulla giornalista autrice del pezzo e sulla testata. Nel polverone vorrei che il pubblico avesse gli occhiali a infrarossi per separare il giusto da ciò che è strumentale."
Qui Brachini incomincia a prendere una deriva particolare: insulti mi sembra abbastanza normale... Che voleva? Il Pulitzer? Il nobel per la pace? Per quanto riguarda le lezioncine credo che non gli sarebbero bastati 10 anni di università, a lui e alla giornalista incaricata di confezionare il pacco, per imparare il significato di lealtà professionale. Io nel polverone spero la prossima volta che ci sia qualcuno che meni le mani... Tanto non sarebbe visto...

"Noi non pediniamo nessuno. [...] Mesiano è diventato un personaggio di pubblico dominio. In questo contesto ho deciso di trasmettere quelle immagini, per dare sostanza televisiva a una figura di cui si leggeva e si sentiva parlare, ma di cui poco si era visto."
Come faceva un personaggio di cui si era sentito parlare poco essere di pubblico dominio? Lo è diventato sicuramente dopo il video trasmesso su Canale5. Così gli avete dato una sostanza. Dopante. E poi se non è un pedinamento quello...

"Nel servizio non si fanno valutazioni politiche e giuridiche. Non si usano epiteti infamanti. La battuta sui calzini può non piacere. Ma rimane una battuta. Ricordo con terrore un romanzo di Kundera, Lo scherzo, in cui il protagonista finisce ai lavori forzati per un umorismo non gradito. Per fortuna era la Cecoslovacchia comunista degli anni ’60."
Che non si facciano valutazioni è vero. E' privo di senno un servizio del genere, come può avere un contenuto. Lo si capisce subito che è la reazione patetica di una persona delirante e affamata di potere che vede il suo impero crollare a piccoli pezzi. E' una reazione alla paura di essere scoperto. E reagisce con una battuta. Quello che viene meglio a Berlusconi. Forse solo quello, a dire la verità. E meno male, ribadiamo, che non siamo in epoca comunista. Pfui!

"Certo, c’è l’aggettivo «stravagante». Come ricorda lo Zanichelli, stravagante vuol dire raro anche nel senso di originale, fuori dagli schemi. E allora?"
Ma sullo Zanichelli c'è 'prendere per il culo'? O 'fesso'? Se no devo inventarla una parola per descrivere come mi sento.

"il pedinamento ossessivo è un’altra cosa"
Già. Questo è pedinamento normale, base. Non basta?

"C’è una sproporzione sospetta, insomma, tra l’azione e la reazione, tra il buffetto e le cannonate, tra il termine stravagante e quelli che soprattutto i colleghi hanno rifilato a me: servo, killer, vergogna, barbarie. Ma le lezioni davvero inaccettabili sono quelle che arrivano dal quotidiano la Repubblica. Non è forse lo stesso che ha pubblicato le immagini della villa del premier, con ospiti internazionali colti in frangenti in cui neanche del colore dei calzini si poteva discutere? Non è forse lo stesso che ha pubblicato le immagini del bagno della residenza romana del premier, rubate con un telefonino? Un magistrato ricopre un ruolo pubblico importante, ma se non sbaglio anche la presidenza del Consiglio è un’istituzione importante."
Eccoci qui. Voi spiate il mio padrone, che va a prostitute e poi racconta balle alla moglie e al popolo e io vi spio il giudice che lo incolpa di corruzione. Pari e patta.
O non è la stessa cosa?

Ma veniamo alle tre domande, che sono:
"Primo, la promozione di Mesiano è meritata professionalmente o come sostengono molti è un premio politico per una sentenza che di fatto va contro il premier? Secondo, le idee politiche di un giudice, per quanto legittime, come agiscono sulla sua serenità e sulla sua indipendenza? Terzo, è vero che nel processo civile non serve un collegio di tre magistrati, ma non è «stravagante» decidere su una somma di 750 milioni di euro senza avvalersi di tecnici e consulenti?"
1) Ovviamente ci vorrebbe un premio a chi riesce a mandare in prigione Berlusconi. Nemmeno l'intervento dell'Onu lo scalzerebbe dalla sua poltrona quando dovrebbe, in un paese democratico, perlomeno essere agli arresti domicialiari. Almeno. E comunque non credo che la promozione sia una cose che si decida così facilmente.
2) E le idee politiche di un giornalista ipocrita che dice di fare televisione libera?
3) Vero. Pare strano che la magistratura italiana per una volta non abbia fatto cadere in prescrizione un processo a Berlusconi. Davvero "stravagante".




Nessun commento:

Posta un commento