mercoledì 28 ottobre 2009

Non guardate quella scarpa














Il film esce oggi nelle sale cinematografiche e già si inserisce in una nuvola di successi. Solo la pioggia rimane acida. E il protagonista non ha l'ombrello.

Trama. Un omaggio alla storia del giornalista iracheno Muntazar Al Zaidi, famoso per il suo lancio delle scarpe all'ex presidente americano George W. Bush. Del giornalista, trasferitosi a Ginevra, viene mostrata tutta la sua umana rabbia come testimone di omicidi civili, bimbi rimasti orfani e donne maltrattate a causa della guerra. Si scopre come l'uomo sia rimasto per 9 mesi prigioniero nel carcere di Bagdad, torturato e picchiato, colpevole di aver lanciato un messaggio chiaro all'amministrazione americana: "noi non vi siamo grati".
C'è chi lancia fiori, c'è chi lancia scarpe. Può cambiare l'odore ma ad Al Zaidi ha cambiato la vita. Si trova a Ginevra per farsi curare il setto nasale seriamente danneggiato, le dita dei piedi rotte, lo shock di essere stato attaccato ai cavi elettrici e per ricominciare una nuova vita. Tutta la gente lo conosce, quando lo saluta gli guarda le scarpe, le nazioni rivendicano la manifattura di quel paio divenute così famose. C'è addirittura chi pagherebbe 12 milioni di dollari per averle.
Ma Al Zaidi nonostante tutto non ride. Alla fine del film si vede un Obama vincitore del Nobel per la pace mentre continuano i maltrattamenti a Guantanamo e i morti in Iraq.
A nulla è servito il cerchio rosso che il regista ha voluto disegnare intorno alla testa del neopresidente. Nessuno ha provato disprezzo, nessuno in sala ha lanciato una propria calzatura.
Tutti continuano a chiedere di quelle scarpe, quelle che hanno fatto inchinare per un attimo il presidente più potente del mondo.

Commento del regista: "d'altronde ce lo aveva detto McLuhan. La scarpa aveva un messaggio ma il messaggio è diventato la scarpa stessa".

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