martedì 9 giugno 2009

La grande promessa

Trama. L'Italia, dopo le recenti votazioni, trova in Umberto Bossi il suo leader. "Da domani non cambia niente" dice il giovanotto aspettando il suon della definitiva vittoria. Le sue parole scuotono la terra, il cielo si squarcia, agli anziani in Parlamento viene subito in mente il parallelismo con la morte di Gesù Cristo in croce. A cui loro hanno direttamente assisitito, tra l'altro. Perché questa, dopo cinquant'anni di governo, è l'unica verità, la prima vera promessa mantenuta. "Da domani non cambia niente" è il motto che tutta la gente comincia a mormorare a labbra strette via via sempre più larghe. Un urlo di piazza, che viaggia tra le vie, le piazze e i navigli.

Critica: "La destra continuerà a comandare, facendosi via via più xenofoba e fascista, rispecchiando un'idea internazionale di stile di vita improntata al consumo sfrenato. I calciatori italiani di colore continueranno ad essere vittime di insulti e abusi e tutti quelli meno famosi continueranno ad essere trattati come mosche. Le leggi saranno modificate secondo le esigenze dei più comodi e così anche la giustizia sempre più legata come una cane dalla catena del governo. Le 18enni che ottengono una spintarella diventeranno papabili candidate alla guida del governo europeo e più famose di certe politiche degli anni '70 e premi nobel. Il nucleare continuerà ad essere l'energia favorita per rispettare le comodità di abitudini calcificate. La tv diventerà sempre di più il palco per culi perfetti, imeni rifatti e facce da politico. Rifatte anche quelle. E si pagherà sempre di più per goderne. Le tasse saranno sempre meno per i ricchi e i ragazzi terremotati, oltre a eterni weekend di campeggio, andranno in minicrociera tra mari di rifiuti gettati in mare dalla camorra per ordine dello stato. La stampa si farà attaccare come un grissino che affonda nel burro e la gente pagherà i voli di stato agli amici degli amici.
Sì, è la verità. Non cambierà proprio nulla. Nemmeno per questa turnata di elezioni. Una promessa è stata mantenuta. E per questo dobbiamo essere contenti, perché di questi tempi è una cosa della quale pochi paesi si possono permettere."

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