lunedì 9 novembre 2009

Una storia semplice

Recensione del film 'Non gli cercarono l'anima a forza di botte. Storia di un ragazzo spacciato.'

Il regista Carlo Giovanardi, che alterna la professione di documentarista a quella di sottosegretario alla Presidenza, ha concluso un lavoro sulle carceri per indagare come muoiono i detenuti di oggi. Quest'opera, probabilmente la meglio riuscita, giunge con astuzia investigativa alla conclusione che generalmente il detenuto muore della stessa causa per la quale finisce dentro. Così un colpevole di omicidio morirà ammazzato, il ladro morirà derubato, lo stupratore morirà stuprato e il drogato morirà drogato. Una storia semplice.
Nel film Giovanardi ha cercato di mostrare lo sfiancante lavoro di volontariato che le guardie mettono continuamente in atto nei confronti dei detenuti. In particolare le caritatevoli carezze di un poliziotto penitenziario si trasformano in lividi su un caso disperato di anoressica tossicodipendenza ormai prossimo alla fine. Nemmeno la preparazione medica e umana di un carcere sono riusciti a salvarlo. Anzi, Giovanardi mostra come l'opinione pubblica e la famiglia, senza motivo, si siano accaniti contro l'istituto di detenzione per una morte ormai certa del ragazzo quando loro, sì, proprio loro hanno cercato di strapparlo dalle grinfie della sorella morte.
Quando il drogato Cucchi entrò in carcere, d'altronde, tutti là dentro lo davano ormai per spacciato.
Giovanardi, con la sua altissima professionalità comunicatrice, ha saputo con abilità raccontarci il nostro ennesimo abbaglio: quello di un'opinione pubblica accecata dal dubbio circa la serietà e le buone intenzioni di un corpo di volontari della pace al nostro servizio, le guardie e i politici, i quali vogliono solo il nostro bene. Il nostro e quello di nessun altro.
In tutta risposta all'ondata di odio, e per far capire che la droga è un reato, Giovanardi testimonia anche la prova alla quale i massimi esponenti si stanno sottomettendo in questi giorni, il test antidroga. Per ora nessuno è stato picch...ehm, assistito. Tutti sani come pesci.

Il pubblico, l'unico colpevole di questa storia, è invitato, per riparare l'indignazione manifestata, a confessare il proprio peccato all'899.10.12.423. Una squadra di volontari aiuterà ad estirpare il male prima che il male estirpi voi. Nel gruppo troverete una telecamera: l'occhio di Giovanardi.

Nella foto: Stefano Cucchi dopo le amorevoli cure

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